Equipe-day: progettualità, progettazione, progetto

Alla base dell’agire pedagogico dell’equipe di Harambée, oltre all’intenzionalità educativa, vi è la progettualità, vista classicamente come “tensione verso”, ma soprattutto come “visione oltre”, oltre i limiti, i vincoli, le sofferenze, le difficoltà, le incomprensioni, la povertà…

La progettualità fa sintesi tra idealità e realtà, tra soggettività e oggettività e orienta la progettazione che è l’azione concreta, logica, ordinata, sistematica che produce il progetto.

Progettualità come “visione oltre”

…oltre i limiti, i vincoli, le sofferenze, le difficoltà, le incomprensioni, le povertà…

Prerequisito per la progettazione è la costruzione di relazioni significative, cosa possibile solo se si offre al minore l’opportunità di incontrare l’altro significativo; questo, insieme alla disponibilità di questi a riconoscerne l’affidabilità, la coerenza e la significatività e, in seguito, anche l’accessibilità, pone le basi per un’incontro autentico.

Ogni educatrice e educatore di Harambée, uscendo dall’anonimato e facendosi conoscere e riconoscere, offre una testimonianza di presenza, coerenza, accettazione, disponibilità, ma soprattutto offre uno spazio di rispecchiamento, nell’accoglienza e accettazione specifica di ognuno.

Offrire uno spazio di rispecchiamento

uscendo dallo spazio di anonimato, facendosi conoscere e riconoscere

Il progetto deve essere visibile, verificabile, ma soprattutto flessibile e dinamico, deve corrispondere al contesto ed alle finalità della nostra comunità, ristretta e allargata; è lo strumento che orienta le azioni e per questo va pensato, discusso, tarato, modificato all’occorrenza, anche con la collaborazione di famiglia e scuola, ma soprattutto del minore che deve misurarsi con i propri interessi e motivazioni, aspirazioni e sogni, per gettare le basi del proprio futuro.

Il progetto va pensato, discusso, tarato, modificato all’occorrenza

Educatori e educatrici di Harambée si propongono l’obiettivo di progettare e sostenere il cambiamento personale: fra gli obiettivi educativi del PEI vi sono sempre quelli relativi all’acquisizione e miglioramento dell’autostima, della conoscenza e del significato attribuito al Sé, al miglioramento delle competenze relazionali, fino alla promozione delle competenze di pianificazione e progettazione e costruzione della propria vita.

Imparare a pianificare, progettare e costruire la propria vita

Il minore è al centro del processo educativo, l’equipe “riconosce” la persona in formazione ed il suo valore, garantisce l’attenzione all’individuo inserito nel suo contesto sociale e culturale, facendo perno sulle possibilità, potenzialità e disponibilità del minore al fine di renderlo libero di riconoscersi, esprimersi, essere sé stesso.

Per questi motivi, educatrici e educatori di Harambée, nel mese di settembre, si riuniscono nell’equipe-day: si prendono una giornata per progettare, riflettere, immaginare e confrontarsi su risorse ed obiettivi individuati per ciascuno delle e dei minori accolti.

Nei giorni scorsi, prima l’equipe del CEM, poi quella del GApp, si sono riunite al Döit (https://www.doit-piemonte.com/), godendo della “garbata” ospitalità di Max, proprio per confrontarsi, riflettere e progettare i percorsi dei minori in carico.

Quest’anno è stata fatta una scelta molto particolare, fortemente voluta proprio per favorire la creazione di una dimensione favorevole al delicato e complesso compito di fare progettazione per il prossimo anno: il Döit, un B&B a conduzione familiare, ideato per favorire l’inclusione in un clima informale e genuino, è stato scelto proprio per offrire alle educatrici e agli educatori la possibilità di staccare dalla routine quotidiana che impone ritmi serrati, a volte frenetici, che richiede una presenza e un agire in tempi stretti, pretendendo spesso risposte nell’emergenza.

La scelta si è rivelata opportuna e molto apprezzata: l’esperienza è stata quella di trovarsi in un contesto altro rispetto agli spazi di Harambée, di poter godere di un tempo dilatato e non convulso come, purtroppo è quello del quotidiano con i minori, di avere accesso a una posizione e un’ottica che concede la distanza necessaria a lasciare che il pensiero si possa concedere di fluttuare per raccogliere, non solo le informazioni relative al singolo minore, ma tutte le percezioni e le sensazioni – che a volte sfuggono nel lavoro sistematico sia in equipe che nel quotidiano – che arricchiscono il quadro d’insieme e contribuiscono a svincolare l’azione di progettare ed il progetto stesso dai cliché consolidati e dai più rassicuranti schemi consueti, a tutto vantaggio di un pensiero creativo più fecondo, anche se non senza rischi.

L’equipe del CEM, centro diurno per minori

Gli educatori e le educatrici di Harambée ringraziano Max per la splendida accoglienza, caratterizzata da avej döit, aver garbo, cura, quindi essere accoglienti. Ed per essere accoglienti, bisogna offrire spazio e anche tempo. Il tempo di essere.

L’equipe del GApp, gruppo appartamento per giovani adulti

Döit vuol essere una filosofia, uno scambio, il piacere della relazione… Un’inclusione capace di far evolvere i legami… incoraggiando la possibilità di crescita del benessere e il valore della lentezza”. Grazie, Max.

Educatrici e educatori di CEM e GApp

Condividi

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su whatsapp
Condividi su linkedin
Condividi su email

Altri articoli

Natale in casa Harambée

C’è fermento in casa Harambée, il Natale si avvicina e, come accade in tante case, ci si prepara addobbando gli ambienti, facendo il presepe, preparando

Un sabato diverso

Da diversi anni partecipo come volontaria alla Colletta Alimentare (https://www.bancoalimentare.it/), una bella esperienza che questa volta ho voluto condividere con i ragazzi e le ragazze