C’è fermento in casa Harambée, il Natale si avvicina e, come accade in tante case, ci si prepara addobbando gli ambienti, facendo il presepe, preparando dolcetti e gustando l’attesa come una fragrante tisana arancia e cannella.
In ognuna delle “case” di Harambée si avverte il profumo del Natale in arrivo.
Preparare dei piccoli presenti per i volontari, o i bigliettini di auguri, creare oggetti e decorazioni condividendo le cose belle e le cose brutte della giornata fra ragazze e ragazzi del CEM, confidandosi con educatori e educatrici, è un modo per vivere l’attesa del Natale.
Grazie a Paola, che insieme a suo marito è volontaria in Harambée da diversi anni, anche quest’anno, ragazze e ragazzi della CER si sono cimentati nella preparazione di deliziosi dolcetti di pasta di mandorle.
“Fare i dolcetti con Paola è stata una bellissima esperienza e spero di rifarli ancora” dice Cristian, l’ultimo arrivato in casa Harambée.
“Ieri li abbiamo fatti totalmente noi, le altre volte ci aveva portato la pasta già fatta e noi dovevamo fare i dolcetti” gli fa eco Miryam, che era qui già gli anni scorsi.
“Allora – Kevin prende la parola – bisogna prendere lo zucchero, farlo frullare, poi aggiungere la stessa quantità di mandorle, facendo attenzione a non farle andare troppo se no tirano fuori l’olio e non va bene; se si vuole alcolico, si aggiungono due cucchiai di passito, si continua ad impastare fino ad avere una palla che si mette in frigo per un po’. Noi abbiamo preparato la pasta prima di cena e dopo abbiamo confezionato i dolcetti: abbiamo fatto tante palline, alcune le abbiamo messe dentro i datteri denocciolati, altre fra due gherigli di noci, altre – quelle per i più golosi – le abbiamo rotolate nello zucchero e nelle gocce di cioccolato. Paola ci ha anche aiutato a preparare dei pacchetti da regalare a parenti ed amici. E’ stato bello stare insieme, preparare questi dolcetti, come stare in famiglia, tutto il pomeriggio fino al dopocena; naturalmente abbiamo fatto degli assaggi…diciamo che la metà li abbiamo mangiati mentre li preparavamo!”
Dalle parole di questi ragazzi viene fuori un senso di gratitudine per le persone che, come Paola, dedicano loro del tempo e permettono di creare quel clima di famiglia che don Bosco voleva per i suoi ragazzi.
Intanto, fatto il presepe e l’albero, si completano gli addobbi in giro per la casa: nel tran tran quotidiano si percepisce una sorta di desiderio di calore domestico, una voglia di ricreare un ambiente familiare, al riparo dal freddo che è fuori dalla finestra, al riparo dal dolore e dalla sofferenza, che non sono mancati né possono mancare nella vita di questi giovani e giovanissimi, ma che possono essere mitigati dal caldo abbraccio di qualcuno che – anche senza parole – riesce a dire “Sono qui con te, sono qui per te!”
Ed ecco che basta mettersi attorno ad un tavolo a confezionare un semplice scarponcino rosso porta dolcetti per godere della presenza dell’altro, per sentire e far sentire che attendiamo insieme la Luce del mondo!
Anche al GApp, dove vivono giovani adulti e in Over18, dove sono tutti maggiorenni, si respira l’attesa: aspettano la festa anche i ragazzi non cristiani, aspettano tutti il momento in cui si festeggerà insieme con una cena e tanti regali. Aspettano il Natale e aspettano di scoprire che il dono più bello è il sorriso di chi ci è vicino, la decorazione più luccicante è lo sguardo di chi ci accoglie, il luogo più caldo è dove c’è casa.
Anche per noi educatrici e educatori questo tempo è molto importante: saper intercettare sentimenti e bisogni dei minori che ci sono affidati, riuscire a vedere dietro ai comportamenti difficili – a volte anche distruttivi – il volto, il vero volto di ognuno, è la sfida quotidiana. E come in tutte le sfide, a volte si vince, altre volte si perde. In ogni caso vale sempre la pena impegnarsi e dare il meglio, perché ogni volta che qualcuno si fida e si affida, è come ricevere un grande dono. E, anche solo riuscire a mettere i semi di ciò che in futuro potrebbe germogliare e crescere, alimenta il fuoco della speranza.
Buon Natale a tutti, da casa Harambée!
Carolina Schiavone