Festa di Don Bosco 2025

“Uno solo è il mio desiderio, quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità”, scriveva don Bosco in una lettera da Roma del 1884.

Don Bosco sognava un futuro migliore per i giovani, per tutti i giovani, specie i più poveri e abbandonati.

Il suo desiderio, il suo sogno cominciava dal “tempo” inteso come l’attualità della vita terrena, per proiettarsi nell’eternità. Il suo sogno continua, è il sogno condiviso dai salesiani ovunque sorga una loro casa, una loro scuola, un loro oratorio…

Questa è la vision condivisa dagli educatori salesiani, impegnati con i giovani più fragili, per guidarli nella realizzazione di sé e del proprio futuro, per far sì che possano avere le opportunità cui hanno diritto, realizzando i loro sogni e una vita piena e felice. Di qui la mission che si concretizza nell’accoglienza di tipo familiare, perché i giovani, ma anche gli adulti, gli anziani, le famiglie, tutti si sentano a casa, accolti in famiglia. Nella grande famiglia salesiana!

In casa Harambée ci si prepara alla festa di Don Bosco in molti modi: uno di questi – molto apprezzato da ragazze e ragazzi di CER e GApp – è condividere una cena con i don. Si tratta di una occasione speciale per incontrarsi, conoscersi, creare o approfondire relazioni, assaporando il clima di famiglia tanto caro a don Bosco.

Un’altra occasione di incontro e di festa è il Don Bosco Pub, una serata pensata per ragazze e ragazzi dagli undici ai quattordici anni, organizzata e animata anche dai ragazzi del GApp, della CER, del CEM e Over18.

In autonomia e con l’affiancamento degli educatori e degli animatori dell’oratorio, i ragazzi di Harambée propongono una serata all’insegna del sano divertimento, in cui gustare hamburger e patatine, fantastici momenti di gioco e allegria, ma soprattutto il gusto di stare insieme fra amici e fare nuove conoscenze.

Don Bosco diceva chiaramente che la libertà di saltare, correre, giocare, quello stare allegri che porta alla santità sono necessari e portano a mantenere l’ordine in maniera spontanea e niente affatto coercitiva.

Lasciare questa libertà di esprimersi permette di recuperare la spontaneità perduta, di vivere la dimensione e il piacere dello stare insieme, di condividere attività ludiche, che a volte si trasformano in momenti formativi, o concorrono a creare quel bagaglio di bei momenti in cui essere semplicemente bambini o ragazzi insieme ad altri.

E così i ragazzi più grandi si sperimentano in relazione con i più piccoli, acquisiscono e affinano competenze sociali e senso di autoefficacia, vivendosi come attori – o addirittura registi – e non spettatori di eventi che li riguardano.

Chi confida in Maria

non sarà mai deluso

Per i ragazzi e le ragazze di Harambée, anche il pranzo di domenica, condiviso con tutta la comunità parrocchiale, sarà un momento di incontro, scambio, condivisione per godersi quella dimensione familiare che san Giovanni Bosco, insieme a mamma Margherita hanno voluto e costruito con determinazione e instancabile impegno, con il sostegno della fede in Dio e la protezione speciale dell’Ausiliatrice.

Carolina Schiavone

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