Venerdì 5 aprile, noi ragazzi del CEM siamo andati al Museo Civico e Gipsoteca Bistolfi (https://www.comune.casale-monferrato.al.it/museo) perché Barbara Corino – curatrice di diversi percorsi didattici, n.d.R. – ci ha invitati a visitarlo e ci ha proposto un’esperienza molto particolare e avvincente.
“Mi è piaciuto molto passeggiare tra le gallerie del museo, poi Barbara ci ha chiesto di guardare dei quadri e di dire le proprie sensazioni”.
“Com’era vestita?” – un percorso che è stato pensato per il CEM, ma che entrerà nel programma di proposte per le scuole – vuole gettare una luce sulla discriminazione di genere ed è strutturato in modo da indurre un’esperienza diretta, per il tramite della visione alcune opere, con la semplice osservazione, senza informazioni didascaliche, favorendo un processo di immedesimazione dell’osservatore nella scena rappresentata nel quadro.
Barbara, poi, facendoci delle domande, ci ha fatto entrare nelle opere e ci ha guidato a sentire e riflettere sulla condizione delle donne, su alcuni sentimenti e le esperienze di vita delle donne ritratte nelle tre opere proposte.
“Quello che mi ha colpito di più è stato il quadro di Clara, l’ho trovato molto affascinante perché aveva una scatola di tabacco in mano; la sua storia era molto triste per il fatto che ha perso delle persone molto care (il figlio il marito e il nipote che era il più importante per lei), ma nonostante questo si fa ritrarre dal pittore come una donna forte”.
“Susanna e i vecchioni ci ha fatto entrare nell’esperienza di questa ragazza che ha subito le attenzioni di uomini potenti, ha detto di no ed è stata condannata a morte. Per fortuna è stata salvata da un testimone”.
“Dopo aver osservato i quadri e aver detto le nostre sensazioni, Barbara ci ha dato dei vestiti per imitare i personaggi dei quadri, è stato veramente bello, perché abbiamo ricreato e provato a sentire quello che hanno potuto provare queste donne, come quella ragazza che hanno costretto ad entrare in clausura, ma lei non voleva, così si è fatta ritrarre vestita a festa per essere ricordata com’era prima di essere rinchiusa”.
Aver avuto l’opportunità di “interpretare” i personaggi raffigurati nelle opere proposte è stato molto bello e molto utile, oltre che divertente. Le ragazze e i ragazzi sono stati molto bravi ed empatici, si sono dimostrati molto interessati a questo tipo di approccio all’arte che non resta confinata in polverose pinacoteche, ma si misura con emozioni e sentimenti che sono sempre attuali.
L’esperienza, che si inserisce in un percorso laboratoriale che stiamo portando avanti, che vede la pittura come rappresentazione e comunicazione delle emozioni e come pratica espressiva, è piaciuta tanto che i ragazzi hanno chiesto di replicarla presto.
Ringraziamo molto Barbara che ha regalato alle ragazze e ai ragazzi del CEM l’opportunità di accostarsi alla pittura in modo diverso ed estremamente coinvolgente con questa proposta di grande valore.
Marta, Lorenzo, Valentina e Davide