“Io non vi insegnerò a disegnare, ma impareremo a esprimere quello che abbiamo dentro””.
Parte da questa semplice dichiarazione un laboratorio di pittura che ha lo scopo di lasciare ai ragazzi di Harambée totale libertà di espressione, oltre che offrire un primo approccio a materiali e tecniche espressive.
Con questa premessa rischiosa, ma molto accattivante, Valentina, educatrice del CEM, ha coinvolto un buon numero di ragazze e ragazzi di CER, GApp e CEM in un”ennesima fantastica avventura.
“Questo è stato un bel momento di condivisione, si sono lasciati trasportare senza resistenze, nessuno ha chiesto il cellulare, ha sbuffato, si è lamentato o rifiutato di disegnare. Erano curiosi di vivere il momento e se lo sono proprio goduto”.
“Abbiamo visto i bozzetti dei grandi pittori e poi le opere, come hanno lavorato e verificato che non è una cosa veloce passare dalla tela bianca al capolavoro”.
“Dal tavolo bianco siamo passati al foglio di studio, facendo vedere che anche i grandi pittori studiano le loro opere prima di realizzarle; infine, dopo aver preso confidenza con strumenti e idee, siamo arrivati alla tela”.
“Non ci sono state grosse resistenze, tutti si sono messi in cammino e chi prima e chi dopo ci è arrivato a realizzare la propria opera. Davvero bello!”
“Ho mostrato loro capolavori di Leonardo, di Michelangelo, poi anche Frida Kahlo e Miro, spiegando che ognuno ha il proprio stile, quindi non dovevano preoccuparsi di quello cha sarebbe venuto fuori. La cosa importante di questo laboratorio è imparare ad esprimere ciò che si è, ciò che si ha dentro”.
“All’inizio non sapevo che fare, poi ho cominciato a disegnare e la figura è venuta fuori, da sola, non sapevo come avrei proceduto, mentre dipingevo le cose venivano fuori da sole, il viso, i capelli, rappresentano qualcosa di me, qualcosa di simbolico”. A raccontare questa esperienza è Jack, che è rimasto particolarmente dall’opera che è venuta fuori così e che sente particolarmente sua. Tanto da averla voluta mostrare a tante educatrici e educatori.
Un’educatrice del GApp conferma che ai ragazzi il laboratorio è piaciuto molto, qualcuno ha voluto portare a casa il foglio con il progetto del suo lavoro per poterlo appendere in camera. Sicuramente per loro è stata un’esperienza nuova quella della libertà di esprimersi attraverso la pittura. Se si potrà replicare, loro ci saranno sicuramente!
“Nel prossimo futuro continueremo questo percorso, offrendo altre opportunità, magari outdoor. Ma è una sorpresa, ssst, acqua in bocca, i raga non lo sanno!” dice Valentina portando l’indice sulle labbra e ammiccando.
Poi torna seria e conclude: “Devo dire grazie agli educatori-pittori perché hanno collaborato ed erano pronti a tutto. Il grosso del lavoro, a parte pulire i pennelli – ride – è da fare sul tirar fuori… educere…”
Dai lavori prodotti e dalla gratificazione che ne hanno avuto ragazze e ragazzi coinvolti, sembra proprio che sia stato fatto un ottimo lavoro.
Alla prossima!
Carolina Schiavone