Sabato 10/02/2024 è stato un altro momento favorevole per fare festa insieme all’Oratorio del Valentino di Casale Monferrato: nonostante la giornata piovosa, in tantissimi abbiamo festeggiato il Carnevale.
Lanciata da Don Alberto Lagostina e la sua amata equipe di animatori, la proposta di festeggiare il Carnevale al coperto in oratorio è stata accolta con entusiasmo. Inizialmente si voleva andare a sfilare con la città per partecipare al Carnevale di Carta indossando le vesti di Don Bosco e dei suoi ragazzi, ma il maltempo ha fatto rimandare tutto quanto al prossimo fine settimana.
Non si voleva comunque perdere l’occasione, la voglia di staccare dalla routine quotidiana approfittando di questi giorni di vacanza da scuola..
A questo evento hanno partecipato molti ragazzi di varie età ed insieme a qualche genitore che, approfittando del loro riposo lavorativo, ha trascorso con piacere del tempo in oratorio, condividendo le attività ludiche e ricreative oppure semplicemente conversando fra loro.
Gli animatori hanno proposto balli e bans molto graditi e tradizionali delle Estate Ragazzi, poi si è saliti in Oratorio per fare giochi da tavolo in gruppo e tornei di calcetto, funghetto e ping-pong; infine merenda insieme, pane e nutella preparata dall’educatrice Simona Dametto.
Per concludere la festa, ci sono stati momenti di gioco libero e quando i ragazzi se ne andavano, don Alberto, salutandoli calorosamente e con gratitudine per aver partecipato all’ evento, dava ad ognuno una bustina con tenente dei coriandoli, una mascherina di carta e degli smarties.
Il Carnevale, si sa, è la festa delle maschere, ci si diverte, si scherza, si gioca, eppure…
Sì, si può trovare, creare lo spazio e l’occasione per riflettere.
Nel pomeriggio del giorno 12/02/2024, ragazze e ragazzi, educatrici e educatori di CER e CEM sono stati coinvolti dall’educatrice Valentina Zavarise in una iniziativa fantastica: S-MASCHERATI, un laboratorio in cui abbiamo potuto riflettere sulla maschera e poi costruirne una.
La maschera: che cos’è?
Prima in senso teorico, insieme all’educatrice Elisa Vettorato si è parlato della nascita della maschera e del suo seguente sviluppo nel mondo del teatro e della letteratura con richiami al teatro greco e all’opera letteraria verista di Luigi Pirandello.
La indossiamo nel quotidiano? Quando? Perché?
Diamo la parola a Valentina. Puoi dirci qualcosa di questo laboratorio?
“Nella prima parte abbiamo affrontato l’argomento maschere, non solo quelle che si indossano per divertirsi a Carnevale, ma quelle che ci mettiamo quotidianamente. La cosa che è emersa è che serve soprattutto a nascondere le emozioni che si provano, la difficoltà di dimostrare agli altri ciò che abbiamo dentro”.
Perché anche i supereroi indossano una maschera?
“Le maschere non sono solo negative, i supereroi hanno delle maschere, ma compiono azioni positive”.
Si è passati presto a decorare una maschera disegnata su un foglio per dargli senso e significato personale e poi a decorarne una vera in base al gusto e alla creatività di ogni singolo partecipante.
“Nella seconda parte i ragazzi avevano a disposizione molti materiali, un’ampia scelta come colori e altro, strass, fiori, bottoni. C’era la possibilità di scegliere sia la forma della maschera che la decorazione”.
“Questa è stata la parte più interessante per loro perché potevano esprimersi liberamente e dare spazio alla propria creatività”.
“Mi ha colpita la partecipazione entusiasta e senza alcuno sforzo e di come osassero, osassero sperimentare con i vari materiali che avevano a disposizione”.
“Mentre nella parte in cui abbiamo parlato, riflettuto, ci siamo confrontati, qualcuno ha osato esporsi, qualcun altro no, perché eravamo davvero tanti e quando si è in tanti non è facile esprimersi”,
L’incontro si è concluso con una bella merenda condivisa dove si potevano mangiare pasticcini e bugie accompagnandoli a un bel bicchiere di coca-cola o thè.
Martedì pomeriggio i festeggiamenti del Carnevale 2024 per questa nostra grande famiglia si sono conclusi andando a divertirci allo storico Carnevale di Carmagnola nel Torinese.
Cristian Parraco