Il 1° Maggio quest’anno è stata una giornata piovosa, nonostante ciò, i ragazzi, con gli educatori in turno, Veronica e William, dopo le consuete pulizie delle proprie stanze, si sono predisposti a godere la giornata di festa; alcuni hanno aiutato a fare i panini con la salamella che si sono consumati durante il pranzo assieme a una montagna di aperitivi composti da affettati, bruschette, patatine e sottaceti.
Le tante “facce” della realtà…
Nel pomeriggio, sotto una pioggia battente, ci si è diretti a Torino per visitare tutti insieme il museo delle illusioni (https://www.museoillusionitorino.com/), allestito nello sfarzoso Palazzo Falletti Barolo, nella zona di Porta Palazzo, praticamente vicino al centro città.
In mostra si potevano provare diverse tipologie di illusioni: visive, uditive e di orientamento nello spazio. Abbiamo sperimentato come la percezione possa essere ingannata vedendo forme, dimensioni e/o prospettive diverse da quelle che sono nella realtà.
…si può camminare sulle pareti!
All’interno del museo vi sono parecchi percorsi e diverse stanze in cui sperimentare sia gli arredamenti a testa in giù che la stanza di Ames, oppure dei quadri alle pareti e delle sezioni con degli specchi dove ci si poteva davvero sentire in un mondo surreale.
Illusione: tra arte e scienza
Le illusioni che abbiamo potuto sperimentare sono state di notevole impatto, questo museo è davvero interessante, infatti a parte noi della comunità Harambée, vi erano tanti turisti e famiglie con bambini che, approfittando del giorno di riposo lavorativo, hanno trovato davvero un luogo divertente e stimolante dove trascorrere l’intero pomeriggio.
…realtà o fantasia?
Chiedo a Veronica: “Ma come vi è venuta l’idea di portarci al museo delle illusioni? E perchè?”
“L’idea mi è venuta perché volevo che trascorressimo una giornata diversa dal solito, con una proposta sicuramente divertente, ma anche stimolante. Volevo che si potesse riflettere sul fatto che a volte la nostra percezione della realtà è deviata perché influenzata dalla maniera in cui abbiamo imparato a leggere gli input che ci raggiungono, ma soprattutto sulle possibili distorsioni o tranelli che la nostra mente ci tende. Inoltre volevo dimostrare quanto una cosa, osservata da un altro punto di vista, possa ribaltare completamente un aspetto, una situazione, una realtà”.
All’inizio non tutti erano contenti della proposta, perché la parola “museo” ci faceva pensare a qualcosa di noioso, invece quando ci siamo trovati lì è stato bellissimo, ci confrontavamo sui diversi punti di vista.
Noi ragazzi ringraziamo i nostri educatori che organizzano queste belle attività e ci auguriamo che ce ne siano sempre di nuove.
Per finire, dopo cena, verso le ore 21,00 abbiamo festeggiato, con il taglio della torta e dei giochi di gruppo, il diciassettesimo compleanno di Miryam nel salone della comunità Harambée, dove ci hanno raggiunto i ragazzi del Gapp con l’educatrice, per chiudere le danze di questo giorno particolare e memorabile.
Cristian Raimondo Parraco