Incontri presso la Comunità Harambèe per presentare un progetto di Agevolando Torino.
In giugno si sono svolti presso la Comunità Harambée due incontri con degli esponenti dei Care Leavers di Torino dell’associazione Agevolando (www.agevolando.org).
Il primo incontro è iniziato con una cena condivisa al refettorio della Parrocchia del Valentino ed è continuato con un momento conoscitivo e formativo riguardo l’autonomia di ragazze e ragazzi (i care leavers, vedi sito www.careleavers.it) che vivono in comunità e devono affrontare il passaggio alla vita autonoma una volta raggiunta la maggior età.
Ci è stato proposta la visione di un trailer di un film riguardante la Seconda guerra mondiale (sullo sterminio degli ebrei e il dominio tedesco in Francia), poi lo abbiamo analizzato tutti insieme per arrivare a parlar dei diritti umani che devono essere la base fondante di ogni comunità, comprese quelle educative e residenziali, i gruppi appartamento ecc…
Sicuramente questo momento è stato molto interessante per tutti quanti perché ha aperto il dibattito su opportunità di progetti molto più complessi e che danno l’opportunità a ragazze e ragazzi che vivono in comunità di partecipare a varie iniziative proposte dall’associazione Agevolando (anche all’estero, di recente sono di recenti andati a Cipro in occasione di una conferenza internazionale).
Nel secondo incontro siamo stati coinvolti in un segmento del processo di creazione di un sito web pensato per permettere a ragazze e ragazzi di avere un contatto diretto con il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, figura che tutela e promuove i diritti delle persone di minore età. Questo sito web avrà un’app relativa – presto disponibile su Playstore e su Apple Pay – gratuita.
L’app prevede due percorsi di fruizione: il primo sarà un questionario libero dove il minore che subisce violenza o bullismo potrà scrivere qualcosa in forma anonima e l’interlocutore che recepisce questo messaggio potrà rispondere dandogli dei consigli utili per superare quella situazione oppure potrà allertare le forze dell’ordine e il garante dell’infanzia per intervenire sul posto tramite la geolocalizzazione del suo smartphone; il secondo sarà un questionario più mirato in cui al minore che subisce violenza o bullismo verranno proposte delle domande chiuse a cui rispondere, ad esempio: Da che regione d’Italia vieni? Da quale città provieni? Quanti anni hai? Che tipo di violenza hai subito? e delle domande aperte del tipo: Qual è l’indirizzo in cui ti trovi? Chi è stato a recarti danno?
Vi sarà infine per tutti e due i questionari una parte dove si potranno lasciare i propri dati personali, ad esempio social, mail o numero di cellulare, per essere meglio rintracciabili qualora si debba intervenire sul posto per dare aiuto alla persona in difficoltà.
Infine siamo stati protagonisti della prima prova, una specie di “collaudo” di sito e app, così abbiamo constatato insieme quali fossero delle criticità e abbiamo suggerito di apportare qualche modifica interna (come quella di non rendere obbligatoria la parte dei dati personali, non specificare la città ma solo la provincia in cui il minore si trova, non dire apertamente chi ha fatto del male fisico o psicologico) e abbiamo individuato che qualche passaggio durante la compilazione di questi test rimane bloccato, se tante lo usano nello stesso momento.
Con le vacanze estive questo progetto è momentaneamente sospeso, ma ricomincerà a settembre. Aspettiamo di poter continuare questo percorso e questa esperienza che ci permette di far sentire la nostra voce, di avere un filo diretto con le istituzioni e di essere attori e protagonisti del nostro progetto di vita.
Ref. Raimondo Cristian Parraco