Grazie al Progetto Insieme, un gruppo di ragazze e ragazzi di CER, GApp e CEM si sono immersi nel mondo del teatro attraverso giochi, momenti di conoscenza e messa in scena di una storia ambientata proprio nel Monferrato.
“Ci siamo divertiti un sacco, siamo stati bene insieme e alla fine abbiamo recitato davanti a un pubblico!”
Le voci unanimi sono dei giovani che hanno partecipato al workshop proposto da FITA – Federazione Italiana Teatro Amatori (www.fitateatro.eu ) che si è svolto dal 2 al 4 dicembre 2022 nei locali della Parrocchia del Valentino.
“Il primo giorno ci hanno raccontato la storia (“I tre castelli” fiaba del Monferrato, dalla raccolta “Fiabe italiane” di Italo Calvino, N.d.R.) del pastore che voleva fare il ladro, poi ci siamo divisi in gruppi e abbiamo provato a rappresentare la storia con le parole, il mimo e i suoni, ci hanno fatto usare tamburi e altri strani strumenti”, racconta il più piccolo della compagnia.
“All’inizio non ero tanto convinto, pensavo fosse il teatro quello noioso e così me ne stavo staccato dal gruppo, invece poi ho visto che le attività erano diverse, molto creative e non era necessario stare sul palco davanti agli spettatori, cosi ho partecipato e mi è piaciuto molto. Anche se il burattino che ho costruito non mi è venuto benissimo, sono molto contento di questo laboratorio” conclude sorridendo.
Abbiamo visto grande impegno e dedizione nel costruire marionette e parti di scenografie, nel realizzare i sostumi e le maschere, nell’imparare le parti: per tre giorni ragazze e ragazzi – grazie alla grande professionalità degli insegnanti – hanno lavorato insieme e hanno potuto scoprire doti che probabilmente mai avrebbero immaginato di avere.
Mattia riporta la trama, spiegando come hanno messo in scena i vari passaggi, descrive le diverse modalità usate per rappresentare personaggi e narrazione, poi dice di essersi appassionato tanto ai burattini, alla loro costruzione, ma soprattutto racconta del bel clima che hanno sperimentato: “Bello! C’era spirito di gruppo, ci davano una mano tutti (docenti e tutor) e il tempo è passato velocemente”.
“All’inizio non ero a mio agio e poi mi sembrava noioso, per un momento mi sono chiesta perché non fossi andata a scuola! Poi però abbiamo fatto dei giochi per prendere contatto con la paura e ci siamo scaricati. Anche nei giochi avevo vergogna, poi mi sono lasciata andare. Durante lo spettacolo mi sono sentita più sicura; è stato bello, mi sono sentita libera. Mi piacerebbe rifare un’esperienza simile, ho avuto modo di interpretare un ruolo (la madre del protagonista, N.d.R.)” dichiara Irene con un sorriso soddisfatto.
“Ci hanno insegnato a collaborare. Io sono testardo e voglio fare tutto da solo, invece ho imparato che la collaborazione è fondamentale. Insieme abbiamo costruito i burattini, le maschere, i costumi, la scenografia. Abbiamo tirato fuori le nostre capacità di attori e lavorato per trovare una buona intesa fra noi, perché, se durante la recita le battute non vengono proprio come devono essere, bisogna capirsi e continuare”. “Io ho fatto il protagonista, un povero pastore che vuole diventare ladro per fare soldi, ma alla fine cambia idea e, aiutato dalla fortuna, conquista una vita migliore di quella che aveva immaginato. Questa fiaba insegna a credere in sé stessi e a cercare il meglio. Mi sono immedesimato nel personaggio perché mi somiglia molto” conclude serafico Anwar.
Anche per Jacopo è stato divertente, molto belli i giochi per superare l’imbarazzo, bella la parte creativa, bravi i tutor che hanno proposto queste attività: “Mi sono costruito il mio burattino, ho lavorato insieme agli altri e ho imparato che se c’è qualcosa che mi mette a disagio o non mi piace, magari lo dico, prima invece me la tenevo”.
L’ultimo a parlare è Karim, il più grande dei partecipanti. “Mi sono buttato ed è stato bello. Era la prima volta che facevo teatro, all’inizio avevo dei dubbi, non sapevo che cosa sarebbe venuto fuori, alla fine è uscita una cosa bellissima. Ho imparato a recitare davanti al pubblico, a superare la paura di sbagliare. Mi sono trovato bene sia con gli altri ragazzi che con i tutor, che sono stati proprio bravi a far partecipare tutti, come si sentivano, anche quelli in difficoltà, come Muslum che ancora non parla l’italiano ma è stato contentissimo di esserci. Io ho provato l’emozione di essere trattato con rispetto e importanza (ha interpretato il ruolo del re, N.d.R.). Consiglio a tutti di fare esperienze come questa e in generale di fare esperienze diverse, senza temere di sbagliare e contando su persone che ti aiutano. Anche se va male, comunque tu c’eri, hai provato. Alla prossima andrà meglio!”
Il risultato di questa esperienza ricca e significativa è stato portato in scena domenica, quando un pubblico attento e caloroso ha potuto godere di una rappresentazione davvero interessante e coinvolgente.