L’estate non è solo tempo di vacanza: stage, tirocini, lavoro e volontariato per ragazze e ragazzi di Harambèe

Finita la scuola, per le ragazze e i ragazzi di Harambée comincia un periodo altrettanto impegnativo e formativo: c’é chi porta avanti uno stage, un tirocinio o un apprendistato, chi collabora in vario modo al centro estivo dell’Oratorio, mentre continua il laboratorio HarambeHeArt (https://accaparlante.com/lab/).

Faccio un giro in CER per parlare con alcuni di loro.

Trovo Eleonora intenta a stirare, ascolta la musica e canticchia, muovendosi a tempo. Le chiedo del suo lavoro: “Ho un contratto a chiamata, a marzo ho fatto delle prove, poi ho cominciato a lavorare ad aprile, mentre ancora c’era la scuola. Mi trovo bene, faccio servizio ai tavoli, siamo in sei e con alcuni colleghi vado molto d’accordo”.

A parlare è Eleonora che frequenta l’Istituto alberghiero “Artusi” di Casale Monferrato ed è molto contenta di poter fare esperienza sul campo.

“Oltre a servire ai tavoli, mi occupo di impiattare i dolci, che è una cosa creativa che mi piace molto. Ho fatto altre esperienze di stage e di lavoro e trovo che siano molto formative, sia per la pratica, perché ho imparato a portare bene i piatti, – dice sorridendo -, che per le relazioni con gli altri, i colleghi, i capi, i clienti”.

Poi continua seria, ammettendo: “Di carattere sono una che risponde a tono, ma al lavoro ho imparato a non farlo, quando succede qualcosa che mi fa arrabbiare, poi magari ne parlo col capo”.

Chiudiamo perché è ora di andare al lavoro, così mentre piega l’ultima maglietta, mi dice: “Studiare e lavorare è faticoso, ma consiglierei di farlo perché è un modo per vedere come vanno le cose nella realtà!”

In salone c’è Cristian, appena tornato dall’oratorio, dove è impegnato a dare una mano al centro estivo. Si ferma volentieri a raccontare della sua esperienza di PTCO (ex alternanza scuola-lavoro) prevista nel percorso di studi del liceo delle Scienze Umane (https://www.istitutobalbo.edu.it/).

“Ho avuto l’opportunità di fare questa esperienza negli uffici della Buzzi, dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 17.30, con pausa pranzo. Il venerdì si compilava il libretto personale per valutare le competenze – dice, mostrandolo orgoglioso – e poi avevo il badge” chiosa con un certo compiacimento.

“Ho fatto un corso sulla sicurezza, ho fatto pratica su Excel, il mio compito era comparare i dati dei diversi stabilimenti, rispetto ad alcune caratteristiche di produzione, poiché ci sono obiettivi da rispettare perché sia rispettosa dell’ambiente. Avevo un tutor che mi affiancava, ma anche altri impiegati mi davano una mano. Con tutti ho stabilito buoni rapporti, mi hanno aiutato quando avevo bisogno e mi hanno trattato con grande rispetto. All’inizio ero spaesato, avevo molti timori, ma ho ricevuto una buona accoglienza. I primi giorni ho fatto molta fatica per la giornata lavorativa molto lunga e il lavoro impegnativo, ma sono molto soddisfatto per tutto quello che ho imparato, perché ho sperimentato il lavoro d’ufficio, che mi è piaciuto molto, ma ho visto che servono competenze elevate, a livello universitario”.

“Come lavoro per il mio futuro mi piacerebbe fare reception, accoglienza del pubblico” conclude soddisfatto, mostrandomi il materiale sui diversi stabilimenti che gli è stato lasciato e che sta leggendo con molto interesse.

Stanca ma sempre sorridente, Miryam torna in comunità alla fine della sua giornata di lavoro (un tirocinio cominciato il 16/6 che si è concluso il 28/7) presso il centro estetico della Cittadella.

Le chiedo come va la sua esperienza: “Mi trovo bene, sono l’ultima arrivata, per cui mi occupo solo di alcune cose, tipo preparare le cabine, togliere lo smalto semipermanente, aiutare le mie colleghe operatrici del benessere. Questo lavoro è molto bello, è un campo che mi piace moltissimo, non vedo l’ora di fare questo lavoro. Ho ancora almeno tre anni di scuola, ma sono molto motivata e un giorno voglio avere un mio centro estetico” conclude con lo sguardo di chi punta dritto al suo futuro.

“Sto imparando un sacco di cose, soprattutto sull’accoglienza e la relazione con i clienti. Consiglio a tutti di scegliere una formazione che piace e di fare subito esperienza sul campo, è davvero importante. Io, all’inizio del mio percorso, non ero tanto convinta, poi ho scoperto che è questa la mia strada e sono molto soddisfatta di ciò che faccio. Credo che tutti i ragazzi dovrebbero fare un’esperienza di lavoro mentre studiano, aiuta molto a capire com’è davvero nella realtà”.

Mentre finisco di raccogliere queste ultime frasi si è fatta ora di cena, le altre ragazze e ragazzi hanno fatto quasi tutti la doccia. Mentre si apparecchia e si finisce di preparare la cena; la porta della CER si apre di nuovo per accogliere Adil, che rientra dopo una giornata di lavoro. Ha appena concluso il suo percorso di formazione presso il ForAl “V. Melchiorre” di Valenza (https://www.foral.org/valenza-v-melchiorre/) e ora lavora come incassatore per una quotata azienda orafa sempre di Valenza. Ha portato avanti il percorso di studi facendo, negli ultimi due anni, esperienza di stage presso la stessa azienda (https://accaparlante.com/cambiare-e-possibile/), che, apprezzando le sue capacità e il suo impegno, gli ha offerto una buona prospettiva lavorativa.

Racconta con grande soddisfazione il percorso fatto, i buoni risultati raggiunti e le tappe future per giungere a fare la professione dei suoi sogni: sembra quasi che il fine lavoro di cesello abbia interessato il suo progetto di vita, oltre alla formazione lavorativa!

Grazie al progetto Work Lab (https://accaparlante.com/work-lab-aziende-che-formano-giovani/), Muslum, un ragazzo neomaggiorenne accolto al GApp, ha iniziato – con un Pass – a lavorare, a giugno con un part-time, a luglio full-time presso l’azienda orafa suddetta.

Quando arrivo al GApp (gruppo appartamento per giovani adulti), Muslum sta stirando sotto l’occhio vigile dell’educatore in turno, che gli suggerisce come ottenere il miglior risultato in minor tempo; mentre di là, in cucina, qualcosa sfrigola in padella e un aroma speziato si diffonde generoso, il che promette una gustosa cena.

Ci accomodiamo sul divano e cominciamo a parlare. Ho conosciuto Muslum, un anno fa, appena arrivato: non sapeva una parola di italiano, si comunicava a gesti o si usava il traduttore di Google. Nei suoi occhi ritrovo la stessa voglia di farcela che lo ha portato ad imparare una lingua nuova, nuove regole e usi, ad acquisire competenze e ad accettare di fare diverse esperienze prima riuscire a trovare lavoro e permettersi di sognare una vita migliore.

“Faccio l’incassatore, ci arrivano anelli, collane, bracciali e noi dobbiamo incassare le pietre preziose. Lavoro in autonomia, ma se non sono sicuro, chiedo. Mi trovo molto bene con i miei colleghi, parliamo molto, sono persone molto disponibili; il lavoro è molto ben organizzato, molto bello. Mi piace!”

“I capi sono molto bravi, sembrano educatori, da come parlano, come ci trattano” racconta sottolineando il fatto che, trovare un ambiente cosi favorevole, non è facile, al contrario è piuttosto difficile.

“Sono contento, mi piace molto come lavoro; è la prima volta nella vita che voglio andare al lavoro” dice soddisfatto e grato per questa opportunità.

“Dopo aver lasciato la Turchia, ho lavorato a Cipro, ho cambiato tre lavori, tutti molto brutti. Lavoravo dalle otto del mattino alle due di notte, non ce la facevo. Poi ho trovato in un bar, ma anche lì lavoravo dodici o quattordici ore, e anche come cameriere, sempre almeno dodici ore. Così ho pensato di venire in Europa, sono andato in Spagna, poi in Italia. Sono molto contento di essere qui (al GApp e in Italia, n.d.r.), è stato difficile, ma ora sono sicuro di farcela ad avere una vita migliore” conclude sempre con un gran sorriso e la gioia di chi ha ricevuto molto e ne è grato.

E per finire, ecco ciò che ci condivide Valentina, una ragazza che frequenta il CEM (centro diurno)

“La mia esperienza lavorativa all’oratorio del Valentino di Casale, nonostante i tempi ristretti e le continue corse avanti e indietro per aver tutto pronto per i ragazzi del 1° e del 2° turno (parla dei pranzi del centro estivo, n.d.r.), è stato divertente, mi sono trovata bene in queste quasi 7 settimane di lavoro, è un ottima lezione preparatoria per il vero lavoro che ci aspetta in futuro, e mi ha insegnato a collaborare con i miei compagni.”

“Cosa mi è piaciuto di questo lavoro? Assolutamente al primo posto, essere con la mia migliore amica Marta e con la Rebe (una minore della CER, N.d.R.,) con cui ho
legato durante il percorso, le gare tra me e Mattia (anche lui della CER) a chi tira su più sedie, le gare a chi mette prima tutti i bicchieri in un tavolo, Marco che balla in teatro e aver legato con Rebecca e Mattia”.

Anche l’esperienza dei laboratori mi è piaciuta tanto perchè riguardava tra le tre cose che amo di più: Truccabimbi (Disegnare), Cucito e Braccialetti.
Non nego che quando lMile (educatrice del CEM che ha seguito le ragazze impegnate nel servizio al centro estivo, n.d.R.) non c’era ed ero io a dovermi prendere la responsabilità dei laboratori, per quanto mi sia piaciuto, è stato parecchio impegnativo, soprattutto perché non sono una che ama comunicare quindi è stato abbastanza complicato per me avere una responsabilità del genere addosso, ma non nego sia stato bello
essere a capo di qualcosa per una volta!”
Poi continua: “Generalmente un lavoro così mi avrebbe annoiata subito, e non nego che a volte penso al fatto che avrei potuto spendere la mia estate in modo diverso, tipo a casa a giocare al computer o a dormire tutto il giorno e fare after in chiamata con i miei amici, come facevo l’anno scorso, ma devo ammettere che è stato terapeutico trovare una ragione che mi ha spinta ad uscire tutti i giorni per fare qualcosa di produttivo; andando a lavorare a piedi tutte le mattine ho imparato ad apprezzare ciò che c’è fuori, senza stare tutto il giorno chiusa in casa a fare niente, è questo lo devo solo a Milena che mi ha spinta a provarci,. Grazie <3″

Ecco, Valentina si è fatta portavoce di tutte le ragazze ed i ragazzi che hanno prestato il loro servizio, donando il loro tempo e le loro competenze per la mensa e i diversi laboratori attivati (ce n’erano tanti, un po’ per tutti i gusti), ma anche come animatrici ed animatori. Tutti hanno scoperto e sperimentato la bellezza di uscire fuori dal guscio, mettersi al servizio, incontrare gli altri, tuffarsi nella vita vera. E uscirne arricchiti.

Ad agosto li aspetta la vacanza, mare o montagna che sia. Ma questo ce lo racconteranno in un’altra occasione.

Carolina Schiavone

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